Dobbiamo mostrare quanto è bella la musica, non quanto siamo bravi noi
David Ojstrach

Татары, узбеки и ненцы,
И весь украинский народ,
И даже приволжские немцы
К себе переводчиков ждут.
И, может быть, в эту минуту
Меня на турецкий язык
Японец какой переводит
И прямо мне в душу проник.
Ноябрь 1933
Tartari, usbechi, samoiedi,
E il popolo ucraino tutto,
Tedeschi del Volga compresi,
Aspettano chi li traduca.
E in questo momento può darsi
Che un giapponese magari
Stia volgendo in turco i miei versi
E mi rovisti nell’anima.
Novembre 1933
Osip Mandel’štam
da Cinquanta poesie, traduzione di Remo Faccani
Einaudi, Torino 1998, p.71

 

L'imballatore
L'imballatore chino
che mi svuota la stanza
fa il mio stesso lavoro.
Anch'io faccio cambiare casa
alle parole, alle parole
che non sono mie,
e metto mano a ciò
che non conosco senza capire
cosa sto spostando.
Sto spostando me stesso
traducendo il passato in un presente
che viaggia sigillato
racchiuso dentro pagine
o dentro casse con la scritta
"Fragile" di cui ignoro l'interno.
E' questo il futuro, la spola, il traslato,
il tempo manovale e citeriore,
trasferimento e tropo,
la ditta di trasloco.
Valerio Magrelli
Esercizi di Tiptologia

Take care of the sense,
and the sounds will take care of themselves
Lewis Carrol
Alice nel paese delle meraviglie
Le travail de traduire est fâcheux, est ingrat
Pour un esprit fécond, subtil et délicat.
Antoine Godeau
What is translation? On a platter
A poet’s pale and glating head,
A parrot’s screech, a monkey’s chatter
And profanation of the dead.
Vladimir Nabokov
On translating Eugene Onegin
Oltre a essere opera di civiltà e di pace, tradurre può dare gratificazioni uniche: il traduttore è il solo che legga veramente un testo, lo legga in profondità, in tutte le sue pieghe, pesando e apprezzando ogni parola e ogni immagine, o magari scoprendone i vuoti e i falsi. Quando gli riesce di trovare, o anche di inventare, la soluzione di un nodo, si sente «sicut deus» senza per questo dover reggere il carico della responsabilità che grava sulla schiena dell'autore: in questo senso, le gioie e le fatiche del tradurre stanno a quelle dello scrivere creativo come quelle dei nonni stanno a quelle dei genitori.
Essere tradotti non è un lavoro né feriale né festivo, anzi, non è un lavoro per niente, è una semi-passività simile a quella del paziente sul lettino del chirurgo o sul divano dello psicoanalista, ricca tuttavia di emozioni violente e contrastanti. L’autore che trova davanti a sé una sua pagina tradotta in una lingua che conosce si sente volta a volta, o a un tempo, lusingato, tradito, nobilitato, radiografato, castrato, piallato, stuprato, adornato, ucciso. È raro che resti indifferente nei confronti del traduttore, conosciuto o sconosciuto, che ha cacciato naso e dita nelle sue viscere: gli manderebbe volentieri, volta a volta o a un tempo, il suo cuore debitamente imballato, un assegno, una corona di lauro o i padrini.
(Primo Levi, Tradurre ed essere tradotti)
Son stufo di servire, basta con l'imitare,
Le versioni sviliscono chi è in grado di inventare:
Sono più innamorato di un Verso che ho prodotto
Che di tutti quei Libri in prosa che ho tradotto.
Seguire passo passo l'Autore come schiavi,
Cercare soluzioni senza averne le chiavi,
Distillarsi lo Spirito senza capo né coda,
Far di un vecchio Latino un Francese alla moda,
Spulciare ogni parola come fossi un Grammatico
(Questa funziona bene, quella ha un suono antipatico),
Dare a un senso confuso uno sviluppo piano,
Unire a ciò che serve tutto un linguaggio vano,
Parlare con prontezza di quello che più ignori,
I Dotti, dei tuoi sbagli, rendere spettatori,
E seguendo un capriccio spinto fino all'eccesso
Capire chi neppure si capì da se stesso:
Ormai, questo lavoro mi ha talmente stancato
Che ne ho il corpo sfinito, lo spirito spossato.
Guillaume Colletet
dall'elegia "Contre la Traduction"

Переводчик
Вильгельму Вениаминовичу Левину
Кто мог бы стать Рембо? Никто из нас.
(И даже сам Рембо не мог бы лично
Опять родиться, стать собой вторично
И вновь создать уж созданное раз.)
Но переводчик - вот он! Те слова,
Что раз дались, но больше не дадутся
Бодлеру, - диво! - вновь на стол кладутся...
Как?! Та минутка хрупкая жива?
И хрупкостью пробила срок столетний?
Пришла опять? К другому? Не к тому?
Та муза, чей приход (всегда - последний)
Предназначался только одному?!
Чу! Дальний звон...Сверхтайное творится:
Сейчас неповторимость - повторится.
Новелла Матвеева

 

Il fatto che le particolari locuzioni di una lingua straniera non si prestano facilmente ad essere imitate stimola le forze dell’espressione che altrimenti, non sollecitate, rimarrebbero inerti, e questa lotta per adattare la lingua straniera a quella propria e per costringere questa ad una maggiore plasticità, ha sempre rappresentato per me una specie di particolare gioia artistica. Poiché questo lavoro quieto ed ingrato richiedeva pazienza e perseveranza, virtù che a scuola avevo sostituito con la leggerezza e l’audacia, mi divenne particolarmente caro: in questa modesta attività intermediaria di valori artistici sentii per la prima volta la sicurezza di fare qualche cosa di realmente significativo, una giustificazione della mia esistenza.
(Stefan Zweig, Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo)

 
Los traductores
a Borges, y a los traductores que no traicionan

Son una tribu extraña dispersa por el mundo
porque mudan el mundo.
Trasladan mundos de una lengua a otra.
Ése es su oficio.
Hacen nevar en árabe,
cambian el nombre al mar,
llevan camellos del Sahara a Suecia,
hacen que don Quijote cabalgue a Rocinante
de La Mancha a Manchuria.
Hacen cosas extrañas, casi casi imposibles.
Dicen en su lengua cosas
que jamás esa lengua había dicho antes,
cosas que no sabía que pudiera decir.
Nacieron de un derrumbe, ocurrido en Babel,
y de un sueño: que un día
las almas hoy antípodas
se conozcan, se entiendan y se amen.
Son una tribu muda:
dan su voz a otras voces.
Se hicieron invisibles a fuerza de humildad.
Durante siglos su labor fue anónima.
Ellos, que viven de nombres y entre nombres,
no tenían un nombre.
En la liturgia de la literatura
son tratados como los monaguillos.
En cambio son pontífices: los que tienden los puentes
entre las islas de lenguas lejanas, los que saben
que todas las lenguas son extranjeras,
que entre nosotros todo es traducción.
Son una tribu extraña dispersa por el mundo
porque están mudando el mundo,
porque están salvando el mundo.

Juan Vicente Piqueras